Chiamateli pure viandanti, camminatori, nomadi. L’estate 2013 conferma che la passione degli italiani (e non solo) per le vacanze slow, è in aumento. Complice la crisi ci si riscopre camminatori, sulle tracce degli antichi esploratori, pellegrini sulle vie sacre o semplicemente appassionati dell’andare. A condizione che si vada piano, per recuperare il senso delle distanze e sentirsi parte di un luogo. Accanto ai percorsi classici gli operatori propongono tanti nuovi itinerari tematici e su misura, ma ci si può facilmente organizzare da soli, meglio se attrezzati con equipaggiamento da trekking rigorosamente leggero.
La più semplice e battuta è senz’altro la Via Francigena, che nell’itinerario completo parte da Canterbury e che nella parte italiana dal Gran San Bernardo fino a Roma è ormai interamente attrezzata e percorribile tutto l’anno. In origine più che una via era un fascio di percorsi con molte alternative, usati dai pellegrini in visita al sepolcro dell’apostolo Pietro. L’itinerario originale di 1600km attraversa la Manica, entra a Calais per poi scendere fino alle Alpi passando per Reims, Besançon e Losanna. Chi sceglie di restare entro i confini italiani ha tante possibilità da Aosta fino al Lazio, ma le più suggestive sono senz’altro quelle che dalle campagne piacentine iniziano a salire verso il passo della Cisa e Pontremoli, su carrareccie e mulattiere. La tappa da San Gimignano a Monteriggioni è forse la più bella insieme a quella che attraversa le variazioni d’ocra della Val d’Orcia. Il cammino si può organizzare in autonomia, dal sito si possono scaricare le mappe, la storia e gli indirizzi per l’accoglienza. Nella maggior parte dei tratti è anche ben segnalato ed è difficile perdersi.
Un altro itinerario interessante e meno frequentato è quello che taglia le Alpi centrali e che da quasi due secoli unisce l’Italia e la Svizzera. E’ la via della Spluga, tracciata dai grandi esploratori dell’Ottocento in cammino tra il Mediterraneo e l’Europa. Topograficamente unisce le località di Thusis e Chiavenna ma è un ponte culturale tra lingue e popoli, il grigionese, il reto-romancio, il walser e il lombardo. Il paesaggio da aspettarsi è quello alpino, un susseguirsi di boschi, laghi e selve, separati da gole vertiginose e declivi più morbidi. Si fa tappa nei borghi montani di Splügen, Andeer e Montespluga, si visitano chiese romaniche, terme e musei, ma l’attrattiva principale resta senz’altro il paesaggio.
Per chi allo scenario alpino preferisce invece i paesaggi costieri, camminando al lato del mare per non perdere la rotta, l’offerta di percorsi non manca, soprattutto in giro per l’Europa. In Spagna ci sono alcuni dei cammini non solo più conosciuti ma anche più spettacolari. Senza citare quello di Santiago che non ha bisogno di presentazioni, si può scegliere la sua variante costiera, ovvero il cammino Atlantico, che parte dal confine francese per entrare nel cuore delle Asturias attraverso Euskadi e Cantabria. Sempre in Spagna ma sul versante catalano, il cami de Ronda è un’alternativa per vivere la Costa Brava rinunciando al suo lato festaiolo. Prima di servire il turismo escursionistico si trattava di sentieri pattugliati dalla guardia costiera per controllare il contrabbando di tabacco, oggi è un sistema di stradine facili e accessibili che costeggia le scogliere ed è intervallato da centinaia di calette a picco sul mare.
Sentieri azzurri si trovano anche nelle Baleari, come il Camì de Cavalls, un itinerario antico e affascinante per scoprire Minorca a piedi, o possibilità più selvagge e impegnative lungo la costa atlantica del Portogallo, primo tra tutti la Rota Vicentina, che in 340km parzialmente sterrati collega l\’Alentejo all\’Algarve, sempre vista mare.
Varianti costiere di tutto rispetto, da respirare a lungo e in silenzio, si trovano infine sul Mare del Nord. Sono percorsi relativamente brevi in Gran Bretagna e Norvegia o più avventurosi e impegnativi in Scandinavia, da cercare sotto la voce North Sea Trail.